Solo il 13,2% degli inventori sono donne
L’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) ha recentemente pubblicato i risultati di un nuovo studio dal titolo Women’s participation in inventive activity (“Partecipazione delle donne nell’attività inventiva”), volto ad analizzare la partecipazione delle donne all’attività brevettuale presso l’EPO, attraverso l’esame di tutte le domande di brevetto europeo depositate dal 1978 al 2019 (con alcune occasionali estensioni fino al 2021) nei 38 Stati contraenti della Convenzione Europea sui Brevetti.
Lo studio mostra che, nonostante la quota di donne inventrici sia aumentata costantemente nel tempo, in Europa solo il 13,2% degli inventori sono donne.
Tra gli Stati contraenti, la percentuale di inventrici più alta si registra in Lettonia (30,6%), Portogallo (26,8%), Croazia (25,8%), Spagna (23,2%) e Lituania (21,4%), mentre quella più bassa in Austria (8,0%), Germania (10,0%) e Paesi Bassi (11,9%).
L’Italia (14,3%) si colloca appena al di sopra della media.
Il settore chimico si qualifica come quello che presenta una partecipazione femminile più alta (circa il 22%), quattro volte superiore a quella registrata per il settore dell’ingegneria meccanica (5,2%). All’interno del settore chimico, spiccano soprattutto le biotecnologie e l’industria farmaceutica (rispettivamente, 30,7% e 30,2%), seguiti dalla chimica alimentare (28,1%).
Lo studio si colloca in un contesto di crescente interesse da parte dell’EPO verso misure volte a superare il divario di genere tra inventori (c.d. “inventor gender gap”) e costituisce la chiara indicazione del fatto che, nonostante il contributo inventivo delle donne all’attività brevettuale sia cresciuto negli ultimi decenni, questo “inventor gender gap” rimane ancora notevole.
Incrementare la partecipazione femminile all’attività inventiva e brevettuale resta ancora una sfida importante per l’Europa.
Trevisan & Cuonzo | www.trevisancuonzo.com