Regime impatriati: cosa cambia nel 2024?

Per poter beneficiare del nuovo regime impatriati è necessario che il lavoratore:

  • Trasferisca la propria residenza fiscale in Italia a partire dal 1° gennaio 2024;

  • Non abbia avuto la residenza fiscale in Italia nei tre periodi d’imposta antecedenti a quello del trasferimento (in luogo dei due anni) e si impegni a risiedere fiscalmente nel territorio dello Stato per almeno quattro anni (anziché due anni);

  • Inizi un nuovo rapporto di lavoro in Italia, instaurato con un soggetto diverso rispetto al datore di lavoro precedente;

  • Svolga la propria attività lavorativa all’interno del territorio italiano per la maggior parte del periodo di imposta;

  • Possieda requisiti di elevata qualificazione o specializzazione secondo quanto previsto dai D.Lgs. n. 108/2012 e n. 206/2007 (fino al 31.12.2023 non era previsto questo requisito).

La percentuale di reddito di lavoro dipendente, assimilati e redditi di lavoro autonomo derivanti dall’esercizio di arti e professioni esclusa da tassazione è stata ridotta dal 70% al 50%, fino a un limite reddituale di 600.000 euro per una durata di cinque periodi di imposta.


Per i lavoratori con figli minori che si trasferiscono in Italia o in caso di nascita o adozione di un minore durante la fruizione del regime agevolato, la percentuale di reddito esclusa da tassazione è del 60% (in precedenza era pari al 90% in caso di lavoratori con almeno tre figli minorenni o a carico). La durata del regime è prorogata di tre ulteriori periodi d’imposta in caso di acquisto di immobile adibito ad abitazione principale in Italia entro il 31 dicembre 2023, e comunque nei 12 mesi precedenti il trasferimento.

Monica Zanotto | Studio Stella & Associati | www.studiostella.it | monica.zanotto@studiostella.it

 

Richiedi il servizio più adatto per lanciare la tua impresa


Indietro
Indietro

Certificazione di parità di genere: come ottenerla?

Avanti
Avanti

Influencer Marketing: nuove linee guida adottate dall’AGCOM